La peggiore crisi economica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale viene affrontata a Terni senza un piano comunale di sviluppo economico. L’economia ha bisogno dell’apertura di nuove direttrici di sviluppo, ma i piani per il PNRR sembrano più orientati a gestire l’esistente che ad aprire nuove prospettive: il Comune nonostante le nostre continue sollecitazioni non si fa promotore di un piano di rilancio.
Questa assenza di azioni positive nella direzione della promozione economica pesa enormemente sulle prospettive del territorio ed è demoralizzante constatare anche l’esistenza di azioni comunali dirette in senso contrario, cioè a deprimere le imprese locali.
Abbiamo già avuto modo di denunciare le politiche di appalto sottosoglia del Comune di Terni per il parco di Cardeto tendenti a preferire inspiegabilmente imprese di altri territori e a distanza di pochi giorni il Comune ci ricasca.
Questa volta il Comune procede ad affidare con il meccanismo del massimo ribasso il rifacimento della segnaletica stradale, altro lavoro di edilizia ordinaria, direttamente a tre imprese di Roma e ad una di Lecce. Quattro affidamenti diretti di minimo importo (circa 30.000,00 euro l’uno) che potevano benissimo essere assegnati ad imprese ternane o umbre, nel pieno rispetto delle norme vigenti.
Il massimo ribasso è un meccanismo che più volte ha dimostrato di non raggiungere gli obiettivi di contenimento effettivo dei costi, mentre la normativa consente di ricorrere ad appalti “a chilometro zero” ben più affidabili che sostengono l’economia locale e garantiscono l’utilizzo delle professionalità del territorio.
E invece nulla: il Comune prosegue nelle sue politiche di privilegio di imprese esterne al territorio.
Torniamo a chiedere al Comune non privilegi per le imprese locali, ma nemmeno i soliti trattamenti di svantaggio ai quali ci sta abituando: non possiamo che rilevare l’evidenza che tra i problemi dello sviluppo economico del nostro territorio ci siano da annoverare anche i comportamenti del Comune di Terni.