Purtroppo non è sufficiente riconoscere e condividere l’aspirazione del Territorio al rilancio economico per realizzarlo. In primo luogo la comunità locale deve acquisire la capacità di condurre e condividere una analisi delle aree di criticità che hanno determinato la debolezza del tessuto economico locale. A questo proposito Confartigianato Terni ha più volte denunciato e richiamato alla responsabilità comune: la scarsa coesione sociale che si esprime anche sotto la forma della perdita dei centri decisionali; la limitata chiarezza strategica e continuità delle politiche della Regione e delle altre Istituzioni regionali sul territorio ternano soprattutto in termini di università, ricerca e sanità; la sopravvivenza di mentalità e di modelli di sviluppo industriale datati e incompatibili con l’ambiente; un rapporto di sostanziale passività delle istituzioni locali nei confronti delle imprese multinazionali largamente presenti nel territorio; la mancanza, al di là delle affermazioni di principio, di azioni operative in grado di dare concretezza alla duplice vocazione del territorio quale sede di servizi innovativi e patrimonio di soluzioni indispensabili, sia allo sviluppo regionale che all’area del centro Italia e romana in particolare; la necessità e l’opportunità di politiche pubbliche efficaci in grado di elevare su livelli sempre più significativi per lo sviluppo territoriale i fenomeni che si stano evidenziando sul territorio dell’Umbria meridionale nella direzione dell’accoglienza turistica legata ai temi delle attività sportive, dell’enogastronomia, delle bellezze naturali e culturali e dei borghi. In secondo luogo sono le istituzioni locali che devono saper sviluppare azioni di governo che trasformino i sopra elencati punti di debolezza in punti di forza, le quali azioni di governo hanno possibilità di successo solo se sono coerenti con le impostazioni sopra evidenziate e si concretizzano in impegni credibili perché assistiti da risorse e tempi certi e mirati alla trasformazione virtuosa degli asset territoriali, soprattutto per quanto riguarda il patrimonio infrastrutturale. Purtroppo è demoralizzante constatare che l’elenco delle infrastrutture rilevanti per Terni praticamente coincide con l’elenco dei problemi da risolvere e delle strutture da rigenerare: la piastra logistica, i collegamenti stradali Civitavecchia – Ancona e Terni – Rieti, lo stadio, la casa delle musiche, le discariche industriali, il mercato coperto comunale, il mattatoio, per non parlare del Tulipano. Il nuovo palazzo dello sport di Terni, alla luce del quadro sopra accennato, è un elemento qualificante, urgente e necessario proprio per rispondere alle esigenze e attitudini del Territorio relative all’attrazione e promozione di eventi sportivi, culturali e artistici di ancora maggiore rilevanza e qualità. La sua realizzazione può e deve aprire una fase di rilancio nell’attrattività e nel ruolo territoriale della Città e nelle politiche dell’accoglienza. Per tutti questi motivi non si può non rilevare un disagio a comprendere polemiche come quella recente che sembrano investire e dividere l’Amministrazione Comunale e che rischiano di approcciare ad un livello improprio una delle rilevanti sfide territoriali che abbiamo di fronte, e soprattutto deludere le attese dei cittadini e delle imprese. Senza entrare nel merito delle scelte che competono all’Amministrazione sulla vicenda specifica, non riteniamo opportuno annettere il medesimo valore in termini di capacità di governo a due alternative, l’una per la quale è stata praticamente conclusa la procedura con evidenza pubblica e quindi sostanzialmente cantierabile, e l’altra per la quale non esistono procedure amministrative di sorta, ma al contrario solo generiche interlocuzioni, che sembrerebbero relative ad aree non disponibili. Né tale equiparazione impropria può essere motivata dall’evidenza che per la realizzazione dell’opera occorre trovare le risorse di parte pubblica o risolvere la gestione dei flussi di traffico, perché è letteralmente questo che le imprese e i cittadini si aspettano da una Amministrazione concreta ed efficace, pur non sottovalutando il quadro di estrema difficoltà finanziaria nel quale la comunità ha conferito il mandato a questa Amministrazione Comunale. Inoltre l’equiparazione delle due alternative appare non solo impropria, ma anche riduttiva, perché il palazzo dello sport è naturalmente collegato al tema della riqualificazione dello stadio e, di fatto, anche a quella del mattatoio, aspetti che non possono non essere considerati in sede di scelta. Rispettosi del ruolo di governo dell’Amministrazione Comunale attendiamo le decisioni di propria esclusiva competenza, ma non intendiamo correre il rischio di assistere a spettacoli già visti nei quali inutili e insensate polemiche hanno il solo effetto di determinare la perdita di rilevanti opportunità per il Territorio.
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