Sono ormai oltre dieci anni che il parco di Cardeto non è più fruibile dai cittadini. I lavori per la riapertura tra interruzioni e ritardi si sono prolungati enormemente. Per poter concludere il secondo stralcio il Comune di Terni ha disposto sei affidamenti diretti (sottosoglia), quindi ha adottato una procedura che consente di scegliere direttamente le imprese senza gara. Si tratta di affidamenti di lavori in gran parte di edilizia ordinaria (quali scavi e recinzioni), che moltissime imprese del territorio eseguono quotidianamente.
Vogliamo chiarire che l’affidamento diretto a una o ad altra impresa non comporta in nessun caso conseguenze negative sui costi di realizzazione, perché la legge impone anche in caso di affidamento diretto l’adeguamento ai prezzi di mercato e il medesimo rispetto dei livelli previsti di efficacia ed efficienza dei servizi forniti. Al contrario sarebbe logico aspettarsi che l’affidamento diretto sia rivolto alle imprese del territorio, innanzitutto per evidenti motivi di sostegno all’economia locale e inoltre perché soprattutto nel momento attuale caratterizzato da elevati costi dell’energia e dei trasporti è interesse generale limitare gli spostamenti di merci, attrezzature e persone.
Queste valutazioni sono talmente evidenti e condivise che nel testo attualmente in via di approvazione in Parlamento della delega al Governo in materia di contratti pubblici è stato concordemente inserito, anche grazie alle proposte e sollecitazioni di Confartigianato, il principio della valorizzazione delle imprese di prossimità e degli “appalti a chilometro zero”.
Considerato che Terni per storia e propensione vanta una rete di imprese edili sviluppata e con grandi capacità costruttive, non è credibile che il Comune non sia a conoscenza dell’esistenza di imprese locali in grado di realizzare efficacemente lavori edili, tanto da scegliere in sei casi su sei imprese non del territorio.
Rileviamo inoltre che questa vicenda si aggiunge all’altra attualmente in discussione nel Consiglio comunale della proposta della Giunta di assegnazione in project financing del global service degli edifici comunali che comporterebbe anche in quel caso, tra l’altro, l’assegnazione a imprese esterne al territorio di un complesso di servizi di manutenzione (o almeno della prelazione sugli stessi). Tutti lavori che, invece, nel sistema attuale vengono svolti dalle imprese locali.
Per tutto quanto sopra detto, non chiediamo privilegi per le imprese del territorio, ma nemmeno vogliamo assistere a politiche comunali che sembrano avere intenti volontariamente punitivi per il lavoro e per l’imprenditoria locale.