CONFARTIGIANATO TERNI: ALL’ATTUALE AMMINISTRAZIONE COMUNALE SEMBRANO MANCARE GLI STRUMENTI CULTURALI PER IL RILANCIO DEL CENTRO CITTÀ

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La situazione attuale dell’area urbana di Terni è evidentemente preoccupante. La crisi pandemica, l’inflazione, gli elevati costi dell’energia e la contrazione dei consumi sommati alla crisi demografica sono elementi che colpiscono duramente le imprese che non ce la fanno più.

Gli imprenditori sanno perfettamente che stare sul mercato è il proprio lavoro, ma sanno anche che esistono una serie di elementi territoriali che non dipendono da loro e che incidono negativamente sulla loro possibilità di competere sul mercato.

Commercianti, artigiani, gestori di bar e ristoranti sanno perfettamente che è più difficile riuscire a tenere aperti gli esercizi se sono costretti a operare in un’area urbana dove le imposte sono ai massimi consentiti dalla legge, dove non c’è sufficiente decoro, dove mancano eventi di eccellenza che possano attrarre flussi di visitatori dai territori vicini, dove non ci sono poli universitari degni di questo nome, dove decenni di politiche commerciali sbagliate, per nulla corrette negli ultimi quattro anni, hanno determinato un assetto del commercio che vede un eccessivo sbilanciamento a favore della medio grande distribuzione e dove il centro città è letteralmente assediato da poli commerciali, dove il trasporto pubblico locale è sottoutilizzato, dove utilizzare servizi di bike sharing o comunque la mobilità alternativa non è possibile o non è agevole, soprattutto se occorre trasportare eventuali acquisti, dove non c’è nemmeno un grande teatro attualmente in esercizio.

Confartigianato Terni ha più volte sollecitato l’amministrazione a porre mano agli aspetti territoriali della competitività, sia nel centro che nelle periferie con particolare riferimento alle aree produttive, ottenendo silenzi o risposte di circostanza sulla generica difficoltà di trovare adeguate disponibilità di bilancio.

Purtroppo, il rilancio della città e del centro in particolare non passa per le frasi di circostanza, ma per le politiche degli eventi di eccellenza, per le tecnologie dell’informazione, per il raggiungimento e il mantenimento di elevati livelli di decoro urbano, per la profonda riprogrammazione delle politiche commerciali e della mobilità.

Mentre ancora non si riesce a capire quali siano le proposte e le strategie di valorizzazione della città dell’attuale amministrazione comunale ormai a fine mandato è abbastanza increscioso assistere a esternazioni di esponenti della maggioranza comunale di Terni che invocano maggiori multe come soluzione ai problemi del centro.

Certamente anche una efficace azione di controllo da parte della polizia municipale per il rispetto delle regole è importante, ma a Terni abbiamo anche un altissimo livello di contravvenzioni elevate. Infatti, le politiche di controllo del traffico scelte da questa amministrazione privilegiano l’installazione di sistemi automatici di controllo della velocità, che possono portare grandi incassi, piuttosto che un’azione personale di controllo e convincimento degli automobilisti indisciplinati. Inoltre, a questo proposito abbiamo già avuto modo di sollecitare la più grande attenzione a finalizzare gli incassi delle contravvenzioni alla sicurezza della circolazione e al decoro.

Quindi non solo le esternazioni di alcuni esponenti della maggioranza sembrano incresciose, ma non sembrano nemmeno cogliere nel segno, tanto da apparire solo un tentativo di eludere le responsabilità.

Registriamo che mentre grandi città europee elaborano e realizzano programmi di sviluppo dei servizi a misura di cittadino, rivolte all’applicazione dell’intelligenza artificiale, alla gestione dei big data della città, alla migliore connettività e a facilitare la mobilità non veicolare, l’Amministrazione di Terni non pone in essere politiche, naturalmente in scala ridotta e adeguata alla dimensione della città, sul modello delle città più avanzate, ma preferisce alzare polveroni sulle multe e autoassolversi per la scarsità di fondi disponibili.

Obiettivamente ci sembra troppo poco.