Il Ministro del Lavoro ha firmato un apposito un Decreto il 10 agosto 2022, attualmente in corso di pubblicazione. La richiesta del bonus va presentata al proprio ente previdenziale dichiarando i requisiti di reddito e di iscrizione entro il 18 maggio a Inps o a una delle Casse.
La misura riguarda i lavoratori autonomi che nell’anno di imposta 2021 abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro Arriverà solo su richiesta e con una autocertificazione il bonus 200 euro ai tre milioni di partite Iva. Saranno in prima battuta gli enti di previdenza (Inps e Casse dei professionisti) a svolgere i controlli sui requisiti «sulla base dei dati dichiarati dal richiedente e disponibili all’ente erogatore al momento del pagamento». Sono queste le indicazioni che emergono dal decreto del Lavoro che permetterà il pagamento dell’indennità anti inflazione anche agli autonomi, compresi coltivatori diretti, commercianti, artigiani e professionisti ordinistici. Le partite Iva dovranno quindi dichiarare di non aver percepito nel 2021 un reddito complessivo assoggettabile a Irpef superiore a 35mila euro, primo requisito per aver diritto al bonus anti inflazione. Il decreto, firmato il 10 agosto dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, chiarisce che dal calcolo del tetto dei 35mila euro devono essere esclusi «i trattamenti di fine rapporto comunque denominati, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata».Il provvedimento disciplina i criteri di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del potere d’acquisto per i lavoratori autonomi (in tutto 600 milioni con l’incremento di 100 milioni, appena deciso dal decreto Aiuti bis), conseguente alla crisi energetica e al caro prezzi in corso. Chi sono i beneficiariI beneficiari dell’indennità sono i lavoratori autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps, nonché i professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza (in tutto circa 3 milioni di persone) che, nel periodo d’imposta 2021 abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro e che non hanno già in qualche modo ottenuto i 200 euro come dipendenti o pensionati. In pratica si tratta di commercianti, artigiani, coltivatori diretti e professionisti sia ordinistici che non. Occorre l’iscrizione alla gestione previdenzialeI destinatari della misura una tantum, pari a 200 euro e corrisposta a seguito di presentazione domanda devono essere già iscritti alle gestioni previdenziali alla data di entrata in vigore del Decreto Aiuti (18 maggio scorso), con partita Iva e attività lavorativa avviata e devono aver eseguito almeno un versamento, totale o parziale, per la contribuzione dovuta alla gestione di iscrizione per la quale è richiesta l’indennità, con competenza a decorrere dall’anno 2020. Le modalità di presentazione della domandaNella richiesta, che va indirizzata all’Inps o alla Cassa di previdenza per i professionisti ordinistici, il lavoratore dovrà autocertificare anche altri requisiti, oltre al reddito inferiore a 35mila euro. In particolare:- di essere lavoratore autonomo/libero professionista, non titolare di pensione;- di non aver già beneficiato dello stesso bonus, in qualità di dipendente o pensionato;- di essere iscritto alla data di entrata in vigore del decreto-legge aiuti a una delle gestioni previdenziali Inps, o a uno degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza ed assistenza di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103;- nel caso di contemporanea iscrizione a diversi enti previdenziali, di non avere presentato per il medesimo fine istanza ad altra forma di previdenza obbligatoria. Non è ancora nota la data di presentazione delle domande che dipenderà anche dai tempi con cui il decreto appena firmato arriverà in «Gazzetta».
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